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Functional Training

Per allenamento funzionale si intende una serie di movimenti ed esercizi condizionanti, integrati, multiplanari e asimmetrici che mimano i modelli di acquisizione motoria che troviamo nella vita di tutti i giorni.



Questi movimenti coinvolgono l’accelerazione, la stabilizzazione e la decelerazone, con lo scopo di migliorare l’agilità, la destrezza e l’efficenza neuromuscolare sia nella vita quotidiana, che nell’ attività sportiva.



Per rendere più chiaro il concetto iniziamo col definire il movimento:
Il movimento è l’atto combinato di postura, controllo e locomozione. La mobilità controllata e la stabilità dinamica si uniscono agli altri attributi della condizione fisica come la forza, la velocità e la resistenza.


Nell’allenamento funzionale è importante acquisire la consapevolezza del corpo per tornare ai massimi livelli di efficenza fisica e concretezza operativa.


Il corpo umano interagisce con l’ambiente circostante e ciò rende fondamentale il riutilizzo dei movimenti naturali, dei gesti e delle sensazioni che solo la completezza del movimento può dare.



L’esercizio funzionale è quindi una versione più o meno affine allo schema motorio del movimento di vita quotidiana o sportiva da allenare sia dal punto di vista delle catene muscolari coinvolte che del timing di quel preciso movimento. Questo può essere ottenuto attraverso esercitazioni che ripropongono parti significative del modello cinematico e dinamico del movimento stesso.



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Originariamente questo tipo di approccio era caratteristica esclusiva della riabilitazione fisioterapica e della medicina sportiva. L’obiettivo era ovviamente quello di riportare i soggetti in fase di recupero alla piena funzionalità operativa nelle comuni azioni giornaliere o di ripristinare la piena dinamica operativa negli sportivi a livello amatoriale e professionale.

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Anni di esperienza teorica e soprattutto pratica hanno prodotto una metodica di lavoro che dimostra come e quanto l’allenamento funzionale rappresenti una forma di lavoro condizionante che ha come scopo il raggiungimento della prestazione sportiva ottimale.



​Possiamo classificare le attività motorie in rapporto alle escursioni ed ai piani del movimento.

Si parlerà quindi di flessione ed estensione, adduzione ed abduzione, slancio, elevazione e piegamento, oscillazione, torsione, supinazione e pronazione, inclinazione e spinta.


Senza tornare troppo indietro nel tempo è facile ricordare come in epoche recenti tutti questi movimenti fossero quotidianamente praticati in modo molto naturale ed in forma ludica, da ogni bambino che uscisse per giocare per strada, in ambiente naturale, in piccoli o grandi gruppi.
Così venivano ogni giorno eseguiti movimenti naturali, come correre, spingere, tirare, saltare, che condizionavano la muscolatura e aiutavano lo sviluppo e la crescita.


Oggi invece nella maggior parte dei casi questi movimenti sono desueti e perciò devono essere riproposti partendo dall’assioma che il corpo dell’uomo non è nato per selezionare ed isolare i movimenti perché la completezza e l’omogeneità del gesto è stata per migliaia di anni una fondamentale caratteristica del genere umano.

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